DISOCCUPAZIONE IN AUMENTO, IN ITALIA, IL RISCHIO CHIUSURA PER LE PMI È DELL’8,5%: numeri allarmanti e previsioni preoccupanti per Il 2024

Il 2023 è stato un anno da dimenticare per le imprese italiane. I dati parlano chiaro:

  • 357.284 aziende hanno chiuso i battenti: un aumento del 5,2% rispetto al 2022, con una media di oltre 1.285 aziende che chiudono ogni giorno lavorativo.
  • 2.070 fallimenti: segno tangibile delle difficoltà finanziarie e operative che molte imprese hanno dovuto affrontare.
  • 11.000 liquidazioni volontarie: indice di un malessere diffuso che spinge gli imprenditori a gettare la spugna.

UN FENOMENO EUROPEO, CON L’ITALIA IN PRIMA LINEA

L’Italia non è l’unico paese ad aver subito questa emorragia di aziende. In tutta l’Unione Europea si è registrato un aumento significativo dei fallimenti, con punte del 40,8% in Ungheria e del 24,6% in Estonia. Tuttavia, il nostro paese si posiziona nella media europea, con un incremento del 5,2%, contro il -23,6% della Croazia e il -15,9% della Danimarca.

2024: LE PREVISIONI NON SONO ROSEE

Purtroppo, le previsioni per il 2024 non sono rosee. Gli analisti prevedono un aumento delle chiusure aziendali, con stime che oscillano tra il 15% e il 20%. I settori più a rischio sono quelli manifatturieri e del commercio, mentre le piccole e medie imprese, con risorse finanziarie più limitate, potrebbero essere le più vulnerabili.

FATTORI DI RISCHIO: L’INFLAZIONE, LA GUERRA E L’INCERTEZZA

Tra i principali fattori di rischio che pesano sulle aziende figurano:

  • L’inflazione: l’aumento dei costi di produzione erode i profitti e mette a dura prova la tenuta finanziaria delle imprese.
  • I tassi di interesse: l’aumento del costo del credito rende più difficile l’accesso al finanziamento per le aziende.
  • La guerra in Ucraina: l’incertezza economica e le disrupzioni delle catene di approvvigionamento aggravano la situazione.
  • Il rallentamento economico: la diminuzione della domanda di beni e servizi pesa sui fatturati aziendali.

IN ITALIA, IL RISCHIO CHIUSURA PER LE PMI È DELL’8,5%

Secondo Cerved, il rischio di chiusura per le PMI italiane nel biennio 2024-2025 è dell’8,5%, con un aumento delle chiusure già nel 2023 del 33,3%. L’industria italiana stima un calo dei ricavi del -9% nel 2024, con un impatto pesante sul settore manifatturiero.

Cosa fare?

Evitare un nuovo anno nero per le imprese italiane richiederà un impegno da parte di tutti gli attori in gioco:

  • Governo: misure di sostegno concrete per le aziende in difficoltà, come aiuti finanziari, consulenze e semplificazioni burocratiche.
  • Istituzioni europee: interventi mirati a livello europeo per contrastare l’inflazione, sostenere la crescita e garantire la stabilità economica.
  • Aziende: maggiore flessibilità e capacità di adattamento ai nuovi scenari, puntando sull’innovazione e sulla digitalizzazione.

IN CONCLUSIONE

La situazione delle imprese italiane è critica e richiede un’azione immediata e decisa. Solo con un impegno congiunto si potrà scongiurare un nuovo anno di chiusure e licenziamenti, salvaguardando il tessuto produttivo e l’occupazione nel nostro paese, le imprese devono avere un maggiore controllo sui propri bilanci, fare delle simulazioni con cadenza mensile del proprio bilancio, avere un professionista accanto che posso monitorare insieme all’amministratore e i suoi manager ogni minima oscillazione del risultato d’esercizio provvisorio.

E impensabile che si possa avere una contabilità, e verificare un provvisorio con un ritardo di mesi.

La situazione delle imprese italiane è stata tutt’altro che rosea nel 2023, con numeri che richiedono attenzione e riflessione. Vediamo cosa è accaduto e cosa possiamo aspettarci per il 2024.

  1. Chiusure aziendali nel 2023: Nel 2023, ben 357.284 aziende hanno chiuso i loro cancelli in Italia. Questo dato rappresenta un aumento del 5,2% rispetto all’anno precedente. In altre parole, ogni giorno, oltre 31.000 aziende hanno cessato la loro attività, con conseguenze significative per l’economia e l’occupazione.
  2. Fallimenti aziendali: Nel 20232.070 aziende italiane sono fallite. Questo numero riflette le difficoltà finanziarie e operative che molte imprese stanno affrontando. Le ragioni possono variare, ma fattori come l’aumento dei tassi di interesse, i rincari delle materie prime e il rallentamento dell’economia globale hanno contribuito a questa situazione.
  3. Liquidazioni in bonis: Oltre ai fallimenti, sono state registrate 11.000 liquidazioni in bonis nel 2023. Questo termine si riferisce alle chiusure volontarie delle imprese, spesso dovute a difficoltà finanziarie o strategiche. Anche queste cifre sono significative e richiedono una riflessione approfondita.
  4. Impatto mensile: Considerando che ci sono circa 22 giorni lavorativi in un mese, possiamo calcolare che nel 2023, in media, 1.285 aziende hanno tirato giù la loro saracinesca ogni giorno lavorativo. Questo è un numero impressionante e dovrebbe farci riflettere sulle sfide che le imprese affrontano QUOTIDIANAMENTE.
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