Dopo la nota di marzo dell’anno scorso il Capo del Dipartimento per l’Istruzione del MIUR interviene nuovamente sul tema dei contributi volontari delle famiglie.
Per rispondere all’opinione pubblica e ad “una nota trasmissione televisiva” il Capo Dipartimento emana una NOTA OFFENSIVA che sorvola sull’esistenza dei gravissimi problemi finanziari (le scuole non hanno ancora ricevuto i soldi del funzionamento didattico e amministrativo del 2013) che paralizzano le scuole e conseguentemente colpiscono le famiglie e gli studenti e sposta le responsabilità, tutte del Governo e dell’Amministrazione, sulle scuole stesse che vengono così, tutte, rappresentate come scorrette e incapaci di gestire in modo efficiente le risorse pubbliche, poco trasparenti e vessatorie nei propri comportamenti verso le famiglie.
E’ inaccettabile il giudizio espresso dalla nota del MIUR. Se al MIUR risultano comportamenti non corretti di singole scuole o di singoli Dirigenti scolastici il MIUR si rivolga ad essi e non a tutti.
Il Capo Dipartimento afferma che da parte delle famiglie vengono segnalate “irregolarità ed abusi nella richiesta dei contributi scolastici” e si rivolge a tutti i dirigenti per fare un inutile interventodi riepilogo delle norme sull’autonomia e sui diritti delle famiglie e degli studenti che sono ben noti alle scuole, impegnate con grande fatica ad applicarle.
Un intervento ipocrita perché fa finta di non sapere che le scuole sono al collasso finanziario, continuamente private delle risorse economiche indispensabili per il loro funzionamento, e che le famiglie sono sempre più in difficoltà, per la crisi che colpisce il Paese, a garantire l’istruzione dei propri figli.
Negli ultimi anni le famiglie hanno assicurato, con i loro contributi, il funzionamento delle scuole mentre i governi che si sono succeduti hanno progressivamente ridotto i finanziamenti alla scuola pubblica.
Il MIUR sa benissimo che le scuole vantano centinaia di milioni di residui attivi, frutto degli anticipi fatti dalle scuole per pagare le supplenze, gli esami di stato e perfino le tasse sui rifiuti. Tali somme non sono mai state restituite alle scuole e i fondi per lo sviluppo ed il miglioramento dell’offerta formativa sono stati sperperati, soprattutto all’epoca del Governo Berlusconi, dalle scelte propagandistiche del Ministero.
Il Capo Dipartimento che l’anno scorso aveva ricordato ai Direttori Regionali di vigilare sulla corretta applicazione delle indicazioni fornite “intervenendo direttamente…..per contrastare eventuali comportamenti difformi e tenendo informato lo scrivente Dipartimento” questa volta li invita “ad operare le opportune verifiche ed eventualmente ad assumere tutte le conseguenti determinazioni, anche di carattere sanzionatorio..” .
Non soddisfatto, il Capo Dipartimento invita la Direzione Generale per la politica finanziaria e per il bilancio “a voler sensibilizzare i revisori dei conti presso le istituzioni scolastiche ad operare, nell’ambito delle ordinarie procedure, specifici ed accurati controlli in merito alle modalità di richiesta, gestione e rendicontazione dei contributi delle famiglie”. Ai revisori vengono pertanto affidati, in una logica autoritaria e antiautonomistica, compiti ispettivi non previsti dalla loro funzione.
E’ inaccettabile che il MIUR, responsabile di gravi inefficienze, ritardi e disfunzioni che incidono pesantemente sull’efficienza delle scuole pubbliche, continui, invece di sostenerle nel difficile lavoro di garantire il diritto all’istruzione, a trattarle come uffici subordinati da controllare e sanzionare.
Siamo convinti che la stragrande maggioranza delle scuole, nonostante le difficoltà, chiedano solo contributi volontari, finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa e rendicontabili alla fine delle attività.
A.S.La COBAS SCUOLA ribadisce, anche in questa occasione, il proprio impegno per rivedere entità e modalità dei finanziamenti e per difendere il valore e la dignità della scuola pubblica statale e delle scuole autonome. Il MIUR se vuole dare serenità alle scuole e alle famiglie la smetta di predicare e apra subito un tavolo di confronto tra sindacati e associazioni degli studenti e delle famiglie per discutere di un piano di rientro dei crediti, oltre 1,4 miliardi di euro, vantati dalle scuole.