Lo slalom tra gli invii di curriculum, i concorsi, i centri per l’impiego e i tanti «le faremo sapere» della ricerca di lavoro diventa una missione impossibile per chi è costretto su una sedia a rotelle o vive qualche forma di handicap. Tra il 50 e il 70% dei disabili nei paesi industrializzati è disoccupato, secondo dati dell’Onu. È una situazione pesante per chi si trova tagliato fuori dal mondo produttivo e costa anche all’intera collettività, che brucia in questo modo tra l’1 e il 7% del Pil.
Il potenziale di moltissime donne e uomini disabili rimane non sfruttato e non riconosciuto lasciando la maggior parte di loro a vivere nella povertà, nella dipendenza e nell’esclusione sociale
In Italia sono sono oltre 750 mila le persone con handicap iscritte alle liste di collocamento obbligatorio e dalla prima ondata della crisi, tra il 2008 e il 2009, l’occupazione dei disabili si è ridotta di oltre un terzo. La recessione ha aggravato la situazione perché le aziende in crisi possono chiedere la sospensione dagli obblighi di assunzione dei disabili previsti dalla legge 68/99, una legge avanzata, solidale e innovativa ma che resta inapplicata perché mancano le ispezioni.
È così che il 25% dei posti da assegnare ai disabili (oltre 65 mila nel 2009), nel pubblico come nel privato, rimangono scoperti.
La situazione è tale che la Commissione europea ha citato nel giugno scorso l’Italia davanti alla Corte di Giustizia Ue per l’incompleto recepimento della direttiva 2000/78 sulla lotta alla discriminazione sul lavoro. La normativa comunitaria impone infatti ai datori di lavoro di prendere i provvedimenti appropriati per consentire alle persone disabili di accedere ad un’occupazione e di progredire nella carriera, un obbligo non pienamente previsto, secondo Bruxelles, dalla legge italiana. Solo il 17% dei disabili occupati in Italia afferma di aver trovato lavoro grazie ai centri per l’impiego, secondo l’ultima indagine Istat (2004), mentre il 31% si è affidato alla rete di parenti e amici, il 20% ha partecipato a un concorso pubblico e il 16% ha inviato curriculum in risposta agli annunci. La ricerca è quasi sempre lunga e molto difficile, l’80% dei disabili, per esempio, denuncia di aver cercato lavoro senza trovarlo.