Da martedì i dieci saggi nominati dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano inizieranno a lavorare su un programma di governo di larghe intese che punti come obiettivo principali alle riforme. Tuttavia, la scelta del Capo dello Stato continua a sollevare non pochi dubbi, nonostante la soluzione sia stata dettata dalla drammatica situazione in cui versa il Paese.
Il prolungarsi della crisi politica, apertasi con le dimissioni del governo Monti l’8 dicembre 2012, mette a rischio gli interessi dell’Italia.
Ora il presidente della Repubblica prova a prendere altro tempo, chiedendo a dieci soggetti di indicare un programma e un percorso. Tale iniziativa, crediamo che non cambierà i dati del problema. E, del resto, occorre rimediare a un grave guasto costituzionale: il governo in carica per il disbrigo degli affari correnti non ha mai ricevuto la fiducia, in questa legislatura. È, a tutti gli effetti, un non governo”.
Il Paese non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell’inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno , come dice Grillo, di ‘badanti della democrazia, ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta.
Ma cosa potranno fare questi SAGGI ? BOOO!”,
Re Giorgio aveva due possibilità: o dimettersi o traghettare al meglio la situazione fino all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Così si è inventato i saggi .