Oltre un milione di persone sono state licenziate nel 2012. Per l’esattezza: 1.027.462, con un aumento del 13,9% rispetto al 2011. È quanto si evince dalsistema delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro. Nel solo ultimo trimestre sono stati 329.259 in un aumento del 15,1% sullo stesso periodo 2011.
I grandi capitani d’impresa italiani con il conto in Svizzera e la fabbrichetta in Cina che appiccicano un’adesivo “made in Italy” e pretendono di vendere sul nostro territorio sono il vero male, tasse e burocrazia sono colpevoli in parte ma dentro ci possiamo trovare tanta cultura italiana della furbizia. E’ tutta la classe imprenditoriale italiana ad essere imbarazzante, sono i figli di papà con il master MBA alla Bocconi che di industria e sviluppo sul territorio non sanno un accidente di nulla, si lavano la bocca con parole quali “brand, servizi aggiunti, stakeholder e revenue, avvicinare la richiesta e l’offerta” ed altri concetti elementari mascherati dietro parole inglesi. Questa è la verità, in Italia una volta morti gli ultimi grandi nomi delle famiglie d’imprenditori del novecento restano solo i vari trota ereditieri, più o meno “dottorati”. Per una volta non diamo la colpa a Berlusconi per l’incompetenza di quei maramaldi che fanno le riunioni assieme a Montezemolo e quell’altra, la Marcegaglia, che chiamarla imprenditrice è un’offesa nei confronti dei vari Agnelli, Pirelli, Pirinfarina, Beretta, Ferrari..