I lavoratori non hanno sesso, ragione e identità differente. I lavoratori sono uguali nei loro diritti e doveri sia che lavorino in una grande Azienda sia in una più piccola

Gli ultimi anni hanno posto alla ribalta nazionale il problema FIAT.LAVORATORI Il referendum sul piano aziendale ha diviso i lavoratori, gli operatori sindacali, ma anche tutto il paese. L’informazione e gli interessi massimizzati sul marchio e sui numeri pongono un problema non indifferente sotto ulteriori aspetti: il contraltare del silenzio sulle piccole realtà lavorative industriali. Tanto è grande la visibilità delle medie e grandi aziende, tanto piccola  inesistente quella per le piccole realtà artigiane. Il dubbio sulla visibilità tra le istituzioni e gli addetti ai lavori, laddove possibile, è imbarazzante. Le realtà diverse dei lavoratori delle piccole Aziende dell’industria Artigiane portano a raccontare esperienze dubbie e riflessive su quanto citato, ma non è questa la sede per raccontare fatti, piuttosto di farci una riflessione.

Chi tutela questi lavoratori? Chi se ne occupa? Anche la normativa di legge non prevede grosse tutele. Per Aziende con meno di 15 dipendenti non esiste mobilità indennizzata, non esiste riconoscimento pensionistico se non figurativo. Ma i lavoratori non hanno sesso, ragione e identità differente. I lavoratori sono uguali nei loro diritti e doveri sia che lavorino in una grande Azienda sia in una più piccola. La prestazione è identica, se non maggiore talvolta. Abbandonati al proprio destino.

Il silenzio, anche tra le istituzioni, desolante. Troppo facile per le Aziende usufruire della manodopera e disfarsene al minimo non tornaconto. Chi verifica l’autenticità e la bontà degli eventuali licenziamenti ?

Nessuno oltre il passo comune si muove per le piccole drammatiche realtà, realtà lavorative singole che sommate tra di loro costituiscono uno scoglio difficile e drammatico nel tessuto sociale. Politici? Sindacati confederali? Parole senza fatti, sigle del nulla e della vacuità. Parlano tutti degli ammortizzatori sociali come valore aggiunto per mantenere il contatto con le realtà lavorative ed il futuro, per essere ricollocato.

Ma per taluni lavoratori, nessuna possibilità di adesione, potere di voce e tutele, se non una pezza provvisoria (qualcuno direbbe, meglio che niente! Occorre anche dire grazie?).

Forse solo una sorta di resistenza intellettuale, chissà. O forse la lucida reazione dell’abbandono davanti a così tanta indifferenza.

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