Su un letto di ospedale arriva un bambino in condizioni disperate. Il suo corpicino è pieno di sangue: è ferito alla testa, agli occhi, alle gambe, all’inguine, all’addome e ha anche un braccio rotto. I medici dell’ospedale da campo gli prestano le prime cure, ma la struttura è inadeguata ad affrontare un’emergenza simile e il quadro complessivo non lascia spazio alla speranza.
Poche ore dopo il bimbo ha smesso di soffrire. Ha chiuso per sempre i suoi occhi sanguinanti. Il suo cuoricino ha smesso di battere per sempre.
E’ spirato in silenzio e nel silenzio del mondo si è consumata la sua tragedia.
Il piccolo angelo è l’ennesima vittima dei bombardamenti sui quartieri residenziali.
E’ l’ennesima vittima di una macchina da guerra che non si arresta.