A.S.La COBAS SANITÀ’ si scaglia con forza contro la delibera 24/43 licenziata dalla giunta regionale Sardegna lo scorso 27 giugno. Il segretario territoriale A.S.La COBAS Sardegna, Roberto Cadeddu, esprimere netta contrarietà nei confronti di una norma che affida ai manager Asl il compito di realizzare tutte le azioni di razionalizzazione proposte in delibera in soli 30 giorni. “Questa dinamica toccherà dal 1° agosto oltre 600 lavoratori in Sardegna, e da 200 a 250 nel solo territorio di Sassari. Senza poi parlare della moltitudine dei lavoratori precari, interinali, con contratto a tempo e collaboratori, che in varie articolazioni amministrative o tecniche delle Asl lavorano da anni e che dall’oggi al domani si troverebbero senza lavoro, acuendo ancora di più i problemi occupazionali, oltre che complessivamente pregiudicare il buon funzionamento”.
Là scelta politica inaccettabile che la giunta regionale tenta di imporre è quella di finanziare il taglio dei costi dell’IRAP (24 milioni di euro) attraverso il taglio della spesa Sociale sulla sanità, sul socio assistenziale, sul non-autosufficienza ed in ultimo sulla povertà, scaricando cosi altissimi e costi sociali sui comuni sui lavoratori e sulle fascie più deboli delle comunità della Sardegna. Proseguendo nell’analisi del testo della delibera, al taglio annunciato dei posti letto, non segue una chiara riconversione e ridefinizione di una sanità moderna per il territorio, che per esempio comprenda le case della salute e una graduale deospedalizzazione, la stessa introduce invece per converso e con una certa chiarezza termini durissimi riferiti ai riflessi sui lavoratori addetti al funzionamento del sistema sanitario. Peraltro non appare chiaro (ed è urgente definirlo), se la delibera blocca le procedure concorsuali in fase di svolgimento e non vi è una logica di sistema integrato nelle politiche di assunzioni, se poi si lasciano sempre le porte aperte per soluzioni di reclutamento parallelo”.
La percentuale di presenza massima ammessa del 7% indicata per il personale amministrativo e tecnico, a fronte di un’attuale presenza media del 15% sul totale del personale in forza alle Asl, se confermata, sarebbe di fatto ingestibile non solo sotto il profilo organizzativo interno e delle attività, ma darebbe luogo a forme di mobilità selvagge senza una logica, non indicando peraltro verso quali altre destinazioni amministrative rischiano di far pagare al territorio di Sassari prezzi salatissimi, socialmente paragonabili alla chiusura di un paio di fabbriche di medie dimensioni. Cosi come proposta quindi la mobilità dei lavoratori, con amministrativi e tecnici sopra il il 15% del totale degli addetti in sanità nelle Asl, se non ricollocati nel pubblico, in base al Decreto Lgs Nazionale in vigore (spending rewiew) vanno in una lista di mobilità con garanzia posto per 24 mesi. La giunta regionale anche in quest’ultimo scorcio di legislatura si qualifica in maniera totalmente negativa attraverso scelte politiche e provvedimenti che penalizzano lavoro ed a contrastare il fenomeno della povertà e della non autosufficienza, non prevedendo risorse in bilancio, a partire dalla non-autosufficienza ed il fondo sulla povertà. Pertanto la giunta ritiri il provvedimento e attivi un percorso di confronto con le parti sociali e se cosi non fosse, si prepari allo scontro sociale o ad affidare più saggiamente questo importante e delicato compito alla nuova compagine politica e di governo che i cittadini sardi vorranno legittimare con le prossime elezioni regionali”.