Molta confusione, annunci e numeri non convincenti, la solita demagogia sulle auto blu, una retromarcia sui tagli alla Sanità spacciati per un successo personale e la solita dose di autocelebrazione a proposito degli 80 euro. Questo il cocktail con cui il premier Renzi ha servito il Dl Irpef, salutato con scetticismo dal centrodestra. «Da Matteo Renzi solo molta confusione. Non è una cosa seria», «Non ci sono provvedimenti per gli incapienti e per i lavoratori autonomi. Ci sarebbe da ridere se non fosse da piangere»
«Gli #80euro sono solo un bonus una tantum, non una misura strutturale. Il tutto con grandi problemi per il lordo e per i contributi».
Matteo Renzi non ci ha detto nulla sull’Irap. In che mani siamo finiti?Non è riuscito a dare il senso della direzione di marcia, nonostante gli sforzi di Padoan di introdurre qualche timido elemento di razionalità. Molte delle misure annunciate fanno, ormai, parte di un antico repertorio
«Spesso sono già operative nell’ordinamento giuridico vigente. E le novità introdotte, come il tetto di 240 mila euro per i dirigenti pubblici non graduato per i sottostanti rami dell’Amministrazione rischiano di determinare un caos totale. C’è il rischio che un qualsiasi sottoposto, con poche responsabilità, abbia una retribuzione simile a quella del vertice delle singole amministrazioni».
Rinviati gli incapienti, dissanguati comuni e regioni, mitragliata la democrazia con l’abbattimento delle agevolazioni per la campagna elettorale, l’indebolimento della Rai e dell’editoria e una vera e propria colletta per trovare le coperture. La lingua lunga di Renzi ha le gambe corte e non affronta i temi della povertà, del lavoro e delle imprese
Il presidente Renzi ha inventato la chiacchiera … scritta. La valanga di annunci televisivi (oltre 2 ore al giorno sul piccolo schermo) è stata seguita nel Consiglio dei ministri dall’annuncio che la prossima settimana scriverà il provvedimento. La prossima settimana, con un pallottoliere in una mano e i decreti nell’altra, Renzi dovrà far combaciare le sue chiacchiere con la realtà nuda e cruda
Renzi confeziona illusioni, vende fumo e raccoglierà tempesta.
Il gettone elettorale di Renzi è una briciola rispetto alle tasse che gli italiani dovranno pagare, confermate dal governo e rese necessarie dall’incapacità di tagliare la spesa pubblica improduttiva. La prova è che ancora non si vedono le coperture per il 2015, la cui definizione è rinviata alla legge di stabilità. Il bonus che premia soltanto una platea minoritaria di contribuenti non è affatto la quattordicesima che Renzi aveva promesso e, anzi, quegli stessi contribuenti perderanno la tredicesima con le imposte sugli immobili e sul risparmio, mentre restano invisibili a Renzi e Padoan, e potranno quindi esser massacrati a piacimento, gli autonomi, le partite Iva, i piccoli e medi imprenditori, i pensionati, i disoccupati, i giovani in cerca di lavoro che devono aspettare il prossimo anno per il parto di quello che fino all’altro ieri veniva presentato come l’urgentissimo Jobs Act