Gli interessi delle persone che per vivere devono lavorare e che in questo Paese sono ancora la maggioranza non sono oggi l’interesse generale di questo Paese e non sono dentro alle politiche del Governo.
Le politiche Governative non stanno andando verso più tutele, più diritti, meno precarietà, un rilancio degli investimenti.
C’è quindi uno spazio che deve essere necessariamente riempito, mettendo insieme tutte le istanze del mondo del lavoro.
Vogliamo unire il mondo del lavoro, raccogliere fiducia sulla Nostra piattaforma, vogliamo cambiare le politiche di questo governo, anche perché il presidente del Consiglio, «mai eletto dal popolo per fare quel mestiere», contro il lavoro «non va da nessuna parte».
Abbiamo fatto delle proposte su tutti i temi perché bisogna fare politiche economiche e sociali diverse e aprire un confronto e un conflitto con l’Ue, far ripartire gli investimenti, combattere la precarietà. Chi è d’accordo con queste posizioni le sostenga: noi ci vogliamo battere». L’obiettivo è quello di costringere Renzi al dialogo. «Vogliamo conquistare un tavolo, un confronto, che oggi il Governo ci nega perché siamo dei soggetti rappresentativi.
L’unico modo per far cambiare idea al Governo è dimostrargli, a differenza di quello che pensa, che noi abbiamo la maggioranza dei consensi e che contro il lavoro lui non va da nessuna parte».
Il Governo si è messo d’accordo con Confindustria e Confindustria deve sapere che se segue la linea dei licenziamenti, della riduzione dei salari, non avrà vita facile perché noi non ci fermeremo
Siamo di fronte a licenziamenti collettivi, di massa.