La procura di Livorno ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e lesioni colpose, al momento senza indagati, sull’incidente che ha coinvolto la scorsa settimana la nave oceanografica ‘Urania’, sbandata su un fianco durante una manovra all’interno di bacino galleggiante nel porto. La repentina inclinazione della nave è costata la vita a Gabriele Petrone, 39 anni, di Mugnano (Napoli). Altri 11 marittimi sono rimasti feriti o contusi.
I lavoratori dei cantieri Benetti di Livorno, nel cui bacino si è verificato l’incidente, hanno scioperato. Alla protesta hanno partecipato 700 lavoratori dei cantieri e delle ditte dell’indotto. “E’ inaccettabile andare via da casa e non tornarci perché‚ sei morto sul lavoro”, ha detto Sandro Filieri, segretario di Cgil A.S.La COBAS Firenze, confidando che “la magistratura accerti il prima possibile le responsabilità”.“Infortuni e morti sul lavoro nei porti sono anche risultato delle privatizzazioni, delle commesse e degli appalti al ribasso, degli ordini da eseguire con orari e carichi di lavoro insostenibili, di ispezioni a bardo delle navi condotte in maniera superficiale”. “Si risparmia sulla sicurezza a partire dal numero degli operai addetti alla manutenzione, dalla mancanza di regole condivise e rispettate in tutto il porto, dai camalli alle ditte appaltatrici, ai lavoratori a giornata, a quanti operano nelle agenzie interinali”.