Per i 3.500 insegnanti sollevati dall’insegnamento per gravi patologie e trasferiti nelle biblioteche scolastiche, sui laboratori didattici o impegnati come supporto al piano dell’offerta formativa, la terza estate di mobilitazione è alle porte, senza che il governo Letta abbia posto fine all’ignominiosa “ deportazione” degli insegnanti malati sui posti del personale amministrativo ( con un insostenibile aumento dei carichi di lavoro e una punitiva dequalificazione, che si aggiunge al peso delle malattie invalidanti ). Non sono apparsi né proficui né costruttivi gli incontri tra il Ministro Maria Chiara Carrozza e le OOSS, così come le sedute parlamentari dei giorni scorsi, dove si sarebbero dovuti approvare i disegni di legge abrogativi, oramai sottoscritti da tutte le forze politiche e che invece, ancora una volta, sono slittati per la presunta mancanza di copertura finanziaria.
Ma in realtà non sono i soldi a mancare, basti guardare l’art 58 del “Decreto del Fare”, nel quale il governo sottrae 75 milioni di euro alle cooperative impegnate nelle pulizie delle scuole, perché la cifra va oltre quanto si spenderebbe se restassero in servizio 11.000 unità di collaboratori scolastici, ma invece di farli ritornare alle scuole li destina alFondo funzionamento universitàe alFondo ordinario per gli enti di ricerca. Dunque ciò che manca è la vera volontà politica del governo di risolvere quello che abbiamo già definito l’incredibile olocausto dei docenti malati.
In questo contesto, del tutto inadeguato e anacronistico appare l’atteggiamento delle OOSS che siedono al tavolo delle trattative, che ancora oggi ripropongono come soluzione il semplice ritorno al “ trapassato remoto” di soluzioni nocive e oramai superate, dimenticando che in parlamento si sta discutendo su disegni di legge che prevedono l’abrogazione definitiva delle inique norme sul personale inidoneo e ITP che decretano, inoltre, l’espulsione definitiva di migliaia di precari amministrativi e tecnici.
Ma i docenti inidonei non ci stanno e dichiarano un nuovo stato di agitazione, la cui prima tappa sarà un sit-in indetto per il 10 luglio prossimo presso il MIUR( con richiesta di incontro al Ministro Carrozza) secondo il seguente programma