Molte famiglie hanno visto arrivare l’assegno unico di maggio in ritardo. È l’Inps a spiegare il perché: sono stati effettuati i conguagli, in positivo e in negativo, di cui si è tanto parlato negli scorsi mesi. Per 512mila famiglie l’importo sarà aumentato in media di 272 euro. La spesa totale è di 140 milioni di euro. Altre 378mila famiglie dovranno invece restituire circa 41 euro, erogati in precedenza per errore. Il recupero sarà di 15 milioni di euro
Le operazioni di ricalcolo, si legge nel messaggio 1947/2023, erano “necessarie”, alla luce “delle variazioni della cornice normativa” dell’assegno unico. A questo si aggiungono le variazioni degli Isee delle famiglie
Gli utenti – spiega il testo dell’Inps – “saranno informati della variazione dell’Assegno con un sms e un messaggio e-mail e potranno approfondire le modalità di calcolo rivolgendosi al Contact Center oppure alle Sedi dell’Istituto”
A differenza dei conguagli in positivo, per quelli in negativo la somma da restituire “sarà rateizzata in più tranche, il cui importo non sarà comunque superiore al quinto del debito totale“. Solitamente gli assegni, per i percettori abituali e nel caso in cui non siano intervenute variazioni Isee, arrivano tra il 10 e il 20 di ogni mese, mentre tra il 20 e il 30 vengono erogati tutti gli altri. A maggio i tempi si sono quindi allungati quasi per tutti
I dettagli relativi agli importi rimborsati e alle somme che invece dovranno essere restituite saranno indicati, dal 10 giugno, in un’apposita sezione della procedura assegno unico e universale, a cui si può accedere direttamente dal sito www.inps.it, autenticandosi con la propria identità digitale (SPID almeno di II livello, CIE e CNS)
L’Inps ha poi presentato un esempio concreto di compensazione con conguaglio a debito e una con conguaglio a credito. Nel primo caso, si prende in esame un ipotetico cedolino relativo alla mensilità di maggio 2023 per un importo pari a 1.432,18 € (determinato dalla somma dell’importo spettante a titolo di Assegno unico a cui si aggiunge la maggiorazione transitoria spettante ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo n. 230/2021, c.d. componente transitoria)
In questo caso, scrive l’Inps, “a fronte di un ricalcolo dell’importo dell’assegno relativo alla mensilità di marzo 2022 emerge la necessità di effettuare il recupero dell’importo indebitamente percepito per un importo totale pari a -42,22 € (composto dalla sola componente transitoria)”
L’importo indebito relativo a marzo 2022 verrà adesso recuperato sulla mensilità di maggio 2023. E quindi, il valore dell’assegno in pagamento in questo caso sarà pari a 1389,96€ (= 1432,18 € – 42,22 €)
Per esemplificare un conguaglio a credito, l’Inps prende in esame il caso di una famiglia con assegno di maggio 2023 di 275,10 € (determinato dalla somma dell’importo spettante a titolo di Assegno unico a cui si deve sommare la maggiorazione prevista dall’articolo 4 del decreto legislativo n. 230/2021, in ipotesi di figlio disabile minorenne)