Da 8 mesi sono senza lavoro. E da 8 mesi sono in attesa della cassa integrazione.
Una situazione disperata quella che vede come incolpevoli protagonisti circa 50 dipendenti della CMA S.R.L. di Cassino, lavoratori che da dicembre 2013 hanno lavorato pochissimi giorni e sono in attesa di essere pagati dall’INPS la cassa integrazione Straordinaria.
Il 3 dicembre 2013, l’azienda metalmeccanica del Cassinate, che conta circa 280 dipendenti ,aveva avviato la procedura di mobilità per l’esubero di 82 dipendenti.
A seguito di accordo redatto in Regione Lazio, con A.S.La COBAS e con FIM-FIOM e UILM, la CMA SRL accettava di ritirare i licenziamenti e ricorrere alla cassa integrazione per una massimo di 80 dipendenti fino al 3 dicembre 2014, con pagamento diretto da parte dell’INPS di Cassino dell’integrazione salariale .
Nonostante i tentativi di sensibilizzare l’opinione pubblica, da parte di Liliana Errante , Responsabile dei servizi di Caf e Patronato per l’A.S.La COBAS di Cassino, attraverso incontri con l’Inps Regionale , tutto è rimasto invariato.
Sono circa 50 i dipendenti in cassa integrazione Guadagni straordinaria dal 3 dicembre 2013, quasi sempre gli stessi in quanto la CMA ha effettuato pochissima rotazione, e, ad oggi, non hanno ricevuto un centesimo .
Molti di questi chiamano quotidianamente l’Inps che gli risponde di chiedere notizie all’azienda o al Ministero competente.
La situazione di questi Lavoratori cassaintegrati, che del resto è la stessa di altre migliaia in Italia, dopo 9 mesi è veramente insostenibile: c’è chi ha dei figli da mantenere, chi ha bisogno di curarsi e non può perché senza stipendio e senza l’arrivo della cassa integrazione.Fanno una fatica immensa ad andare avanti, sono costretti a chiedere quel poco di aiuto che possono dare, a chi ha la fortuna di avere genitori pensionati o addirittura ai figli che lavorano.
E spesso i due pasti principali della giornata corrispondono effettivamente ad uno. Senza contare il morale a terra e la delusione nel vedere la lentezza dello Stato nello snellire questa burocrazia.
Liliana Errante si appella alle istituzioni, in particolare all’INPS di Cassino, per una risoluzione immediata della vicenda , confidando, sinceramente, in una risposta concreta al disagio di queste 50 famiglie del Cassinate
LILIANA ERRANTE