Innamorati a prima vista e nuovi fans, incoraggiati dalla sbornia da percentuale, fanno a gara per decantarne l’entusiasmo,l’energia,il carisma, il “populiberismo” di governo.
Lo ritraggono come il “supernuovo”. Ma è proprio così?
La sua politica sul lavoro, a partire dal famigerato Jobs-act,
dietro la favoletta del rilancio dell’economia e le lacrime da
coccodrillo per i giovani senza lavoro, in realtà ci fa tornare
indietro di un secolo, distruggendo tutte le conquiste
della classe operaia e demolendo gli stessi principi del
diritto del lavoro.
Nella politica della casa siamo alla negazione del diritto ad
avere un tetto sulla testa, roba da medioevo.
La “riforma” proposta da Renzi per una Repubblica
presidenziale ricalca il piano reazionario della vecchia loggia
atlantica chiamata P2.
Insomma, al di là del potente apparato pubblicitario che lo
circonda, e della veste rinnovata e spigliata, necessaria per
presentare l’ennesimo new deal, il nuovo di Renzi non è altro che
la vecchia politica degli sfruttatori e dei parassiti, che il
“rottamatore” vuole inasprire per rilanciare il declinante
imperialismo italiano.
E’ il vecchio che si nasconde nel “nuovo”, è la tradizionale linea
di difesa degli interessi e dei privilegi delle classi dominanti
in Italia, di santificazione del profitto, come ha dichiarato la
ministra-padrona Guidi nell’assemblea di Bankitalia.
Il “nuovo” in Renzi è il programma di conservazione
che contraddistingue la borghesia, una classe morente!