Decreto lavoro, cosa cambia

l governo ha presentato otto emendamenti al Senato sul testo del decreto Lavoro, frutto della mediazione all’interno della maggioranza rispetto al testo approvato dalla Camera.Decreto lavoro, cosa cambia
La modifica principale riguarda la trasformazione in sanzione amministrativa dell’obbligo di assumere i tempi determinati in azienda oltre la soglia del 20%. Dal vincolo sono esclusi gli enti di ricerca. Inoltre è prevista maggiore flessibilità per gli apprendistati, che possono essere usati anche per gli stagionali.

Sanzione per le aziende che non rispettano il 20% di determinati

Il governo è intervenuto quindi sulla sanzione prevista per le aziende che non rispettino il tetto del 20% per il numero dei contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato. Come si legge su Repubblica, ora la sanzione non è più l’obbligo dell’assunzione a tempo indeterminato, ma diventa di tipo amministrativo, con una multa pari al 20% dello stipendio del 21esimo contratto a tempo determinato per tutta la sua durata, che sale al 50% per gli ulteriori contratti successivi al 21esimo.

ENTI RICERCA E CINQUE DIPENDENTI. Per gli istituti pubblici e privati che operano nella ricerca, il limite del 20% non vale, proprio in ragione della specificità dell’attività svolta. Esclusi dall’obbligo del tetto del 20% anche le aziende con meno di cinque dipendenti.

APPRENDISTI. Sull’apprendistato, si stabilisce che il 20% degli apprendisti deve essere stabilizzato solo per le aziende con oltre 50 dipendenti (non più come prima con oltre 30 dipendenti).

STAGIONALI. Sempre per l’apprendistato le proposte del governo prevedono la possibilità del suo utilizzo a tempo determinato per le attività stagionali. Le Regioni devono però aver definito un sistema di alternanza scuola-lavoro e la possibilità deve essere prevista nei contratti di lavoro collettivi.

FORMAZIONI. In merito all’offerta formativa pubblica, il governo ha specificato che la Regione deve indicare anche sedi e calendario e può anche avvalersi delle imprese e delle loro associazioni che si siano dichiarate disponibili. Infine, ha spiegato sempre Bobba, è responsabilità della Regione comunicare entro 45 giorni le modalità di svolgimento e non se ne può far carico né esimere l’impresa.

REGIME TRANSITORIO. Un’altra modifica riguarda una riformulazione del regime transitorio per i contratti a termine. Viene specificato che nel periodo fino al 31 dicembre oltre alla norma nazionale del 20% varranno anche le regole già scritte nei contratti vigenti. Le imprese devono cioè adeguarsi al tetto del 20%, a meno che non il contratto collettivo applicabile sia più favorevole. Quindi, il datore di lavoro che all’entrata in vigore del decreto abbia in corso rapporti di lavoro a termine superiori al tetto del 20% dovrà rientrare a meno che un contratto collettivo applicabile nell’azienda disponga un limite-percentuale o un termine più favorevole. Infine è stabilito che il diritto di precedenza per le donne in gravidanza sia prevista nel contratto.

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