Sono veramente troppi due suicidi nello stesso luogo, con
meno di trecento addetti, specialmente quando si tratta di
un reparto fantasma, quello del WCL di Nola oggi in dismissione e cambiamento della destinazione d’uso….
Maria Baratto, e prima, Giuseppe De Crescenzo, hanno rinunciato a vivere dopo aver denunciato per anni la loro drammatica situazione non diversa da quella dei loro colleghi del Polo Logistico,
discriminati e deportati a Nola proprio come ai tempi di Valletta.
“Non si può continuare a vivere per anni sul ciglio del burrone
dei licenziamenti, l’intero quadro politico-istituzionale che, da sinistra a destra, ha coperto le insane politiche della Fiat è responsabile di questi morti insieme alle centrali confederali” scriveva Maria in quello che consideriamo il suo testamento politico a noi tutte/i.
Parole che devono far riflettere sul vero e proprio disastro
industriale e sociale prodotto dalle scellerate politiche della Fiat.
Il grido di dolore che parte dalle fabbriche della Fiat, da Maria a
Giuseppe ad Agostino e tanti altri operai della Fiat che si
sono suicidati, o hanno tentato in suicidio nell’ <era di Marchionne> è il grido di dolore ‘di tutti’ i lavoratori del
privato e del pubblico, del mondo dei precari e dei piccoli
commercianti, tutti accomunati dal rischio – licenziamento e/o
fallimento.
“Anche per questo la lotta dei lavoratori A.S.La COBAS Fiat contro il piano Marchionne ed a tutela dei diritti e dell’occupazione rappresenta un forte presidio di tenuta democratica per l’intera società”: siamo con te, Maria che oggi vivi in noi col tuo estremo e forte messaggio.