Ricordandiamo tutti le dichiarazioni dell’Amministratore delegato Marchionne che disse che nel 2018 ci sarebbe stata la piena occupazione negli stabilimenti, compreso quello di Cassino.
L’A.S.La COBAS sostiene che sia ora di finirla con le promesse elettorali. A Cassino il 25 novembre l’allora presidente Renzi annunciava 1800 assunzioni nello stabilimento di Cassino a dispetto dell’A.S.La COBAS che non credeva a quelle promesse .
Noi abbiamo una dote, vediamo nel buio della crisi quello che altri non vedono. Ma ora non è tempo di discutere delle ragioni e dei torti, ma sarebbe il caso di evitare promesse elettorali e di affrontare seriamente il problema del futuro dello stabilimento di Cassino e dei 500 lavoratori lasciati a casa e della implementazione dei modelli per tutti gli stabilimenti a partire da Mirafiori e Pomigliano, dell’innovazione di modelli a cominciare dalla sfida dell’auto ecologica (ibrida e elettrica) per il futuro produttivo e occupazionale in Italia.
C’è bisogno di un tavolo nazionale con il governo per decidere le politiche di investimento e industriali nell’automotive che è attraversato da una vera e propria rivoluzione.
Siamo pronti a verificare la concretezza delle proposte della Regione Lazio per sostenere gli oltre mille lavoratori somministrati di Fca e dell’indotto dello stabilimento di Cassino.
La situazione di crisi dello stabilimento di Cassino non riguarda solo le lavoratrici e i lavoratori buttati fuori e lasciati senza tutele. L’azienda ha anche comunicato che ci saranno 8 giorni di fermo della produzione, e in più utilizzeranno i permessi o il recupero produttivo senza le maggiorazioni dello straordinario. Fca continua a far pagare le sue scelte ai lavoratori, è opportuno fare chiarezza sulle prospettive produttive e occupazionali di tutto il settore automotive». Per la stabilità del parco occupazionale bassomolisano occorrerà monitorare attentamente quello che avviene anche nelle carrozzerie che equipaggiano motori e cambi prodotti a Termoli.
Se a tutto questo aggiungiamo l’aumento a 67 anni dell’età pensionabile, sarà alquanto difficile che si creino nuovi posti di lavoro alla FCA.
Per noi la modifica radicale della legge Fornero, a partire dal blocco dell’età pensionabile, è uno dei punti fondamentali. Ma le nostre richieste sono rimaste del tutto inascoltate. Il Governo fa cassa sul lavoro dipendente, per tentare di ripianare il debito pubblico. E’ una riforma iniqua che aumenta le disuguaglianze sociali.
LUIGI PERDUTI – SEGRETARIO NAZIONALE