La scorsa settimana Marchionne aveva detto che Fiat potrebbe non investire più in Italia perché «le condizioni industriali rimangono impossibili». E i nuovi modelli Alfa Romeo potrebbero essere prodotti all’estero in quanto il Lingotto ha «le alternative necessarie per realizzarli ovunque nel mondo».
Parole pesanti quelle che Sergio Marchionne pronunciate nell’incontro con gli analisti finanziari sui dati del secondo trimestre.
Sul tappeto c’è il futuro di due fabbriche importanti, quelle di Mirafiori e Cassino: per entrambe la cassa integrazione è agli sgoccioli, a Torino finirà il 30 settembre, a Cassino a fine anno. Se gli investimenti non si sbloccano il futuro di entrambi è ad alto rischio, con risvolti occupazionali drammatici.
A.S.La COBAS invita i Lavoratori e le Lavoratrici dello stabilimento di Piedimonte San Germano alla lotta per contrastare il piano Marchionne e scongiurare la chiusura dello stabilimento.
L’A.D. della Fiat aveva già da anni queste intenzioni
La pratica autoritaria che sottomette al padrone i sindacati firmatari e i lavoratori è un metodo che risulta ancora più grave poiché l’accordo Fiat è stato bocciato non sola da A.S.La COBAS, dalla FIOM e da tutti i sindacati di base e non firmatari, ma anche dalla Corte Costituzionale.
Quanto dichiarato da Marchionne è un fatto di una gravità senza precedenti e il Governo delle Larghe intese deve fare di tutto per evitare la chiusura dello stabilimento di Cassino..
Intanto A.S.La COBAS ,oggi non riconosciuto dall’azienda, ha deciso ancora una volta di contrastare il piano Marchionne avviando diverse azioni legali per condotta antisindacale e sta organizzando uno sciopero per il mese di settembre