La soluzione alla condizione dei precari nelle scuole liguri, ma non solo, sarebbe una: “dare organici decenti e stabilizzare i lavoratori del comparto”. Invece al posto dell’”uovo di Colombo”, genitori e insegnanti si ritrovano ad affrontare il problema delle classi “pollaio”, oltre 30 bambini, perché mancano i supplenti.
Ma le criticità partono da lontano: innanzitutto “i numeri messi a concorso sono largamente insufficienti sia rispetto ai precari sia rispetto ai posti vacanti e disponibili e su cui sarebbe bene, invece, nominare stabilmente persone che possano portare avanti un progetto educativo”.
Secondo: per ragioni tecniche amministrative, centinaia di supplenti liguri, la categoria più debole che “ha retto le sorti della scuola negli ultimi anni”, non prendono lo stipendio da mesi (dicembre scorso). La spending review ha infatti stabilito che sarebbe stato il Ministro dell’Economia e non più le scuole, a pagare dei supplenti, dal primo gennaio.
Parliamo di 300-400 precari, tra docenti e personale Ata, senza stipendio e senza certezza il Minestero ha fatto vari pagamenti aggiuntivi ma non tutti sono stati erogati. E temiamo che la questione si ripeta ogni mese”. Innescando una pericolosa spirale: “essere pagati con mesi di ritardo significa vivere una situazione drammatica penso a chi deve mantenere la famiglia o a chi, da fuori Genova, deve pagarsi il mantenimento.
Così succede che in molte scuole, quando manca un docente, il supplemente non viene nominato e si creano le così dette classi pollaio con bambini smistati da un’aula all’altra, una condizione “quasi quotidiana”, , a danno della qualità dell’offerta formativa e della sicure.
“Tutto questo si risolverebbe dando organici decenti alle scuole e stabilizzando i lavoratori”,