Il mobbing è un atteggiamento persecutorio realizzato tramite una serie di violenze psicologiche, prepotenze, violenze morali, dequalificazioni e soprusi, perduranti nel tempo, eseguite ad arte da un superiore gerarchico (mobber) e/o da colleghi, al fine di danneggiare il lavoratore (vittima) e, normalmente, per estrometterlo dall’attività lavorativa.
Il mobbing, contrariamente a quanto si possa pensare, non danneggia soltanto il lavoratore causandogli danni alla salute, alla vita di relazione, alla professionalità, ma tocca negativamente anche la famiglia, influendo sulle problematiche di natura economica e relazionale.
Inoltre il danno si estende anche alla stessa comunità: il Sistema sanitario nazionale, infatti, deve sostenere costi per terapie, ricoveri, medicinali, con un aumento degli oneri sociali, quali sussidi, pensioni anticipate, mobilità, invalidità, ammortizzatori sociali, ecc.
Paradossalmente, il mobbing danneggia anche chi per ignoranza, leggerezza e incapacità, lo mette in atto o permette che si verifichi: l’azienda. Infatti il clima generato dal mobbing colpisce l’efficienza, la produttività e diminuisce la motivazione, fa aumentare l’assenteismo, la conflittualità e il contenzioso.
Il fenomeno del mobbing sta assumendo dimensioni sociali di notevole rilievo, tanto che, secondo valori sottostimati, almeno il 6% della popolazione attiva (circa un milione e mezzo di lavoratori) ne sarebbe vittima. Non si tratta di un fenomeno completamente nuovo, però oggi ha assunto dimensioni preoccupanti.
Il mobbing può essere posto in atto per ragioni emozionali (cattivi rapporti personali, prepotenze, richieste illegali, molestie sessuali, personalità introverse, connivenze aziendali e cattiva organizzazione del lavoro) o per ragioni strategiche (riduzione del personale). Nella realtà è sempre un mix delle due.?La persecuzione viene sempre effettuata in modo subdolo, strisciante, anche difficile da dimostrare, ed il mobbizzato entra presto in una spirale che lo spinge alla depressione profonda. Molto spesso queste situazioni, una volta denunciate, sono fonte di ritorsione: è quindi importante che il lavoratore aggredito abbia la possibilità di parlarne con qualcuno in grado di consigliarlo.?Il mobbing non è una malattia, ma può esserne la causa.?Generalmente le figure più aggredite sono i meno giovani, ed in particolare gli alti livelli professionali, divenuti esuberi a seguito di fusioni e razionalizzazioni aziendali. Infatti, le più alte percentuali di mobbizzati riguardano quadri e dirigenti. Ciò non toglie che, ultimamente, si è notato un aumento notevole della percentuale dei lavoratori appartenenti a categorie impiegatizie ed operaie.?
Lo stress, a cui il lavoratore è sottoposto per un periodo più o meno lungo (arbitrariamente valutato in circa 6 mesi), porta inevitabilmente all’insorgere di malattie sia di natura psicosomatica (depressione, angoscia, stati ansiosi, attacchi di panico) che di malattie di natura organica (cardio-vascolari, gastriche, respiratorie, cutanee) che spesso colpiscono il sistema immunitario con il calo delle difese dell’organismo.?
E’ fondamentale non isolarsi, chiedendo consiglio a persone esperte. Purtroppo, per ora, non esiste una legge specifica sul mobbing, ciò non toglie che numerose leggi se ben gestite, possono far ottenere giustizia e un eventuale risarcimento dei danni subiti. Sull’argomento, inoltre, sono state emesse numerose sentenze a favore dei lavoratori. Una legge specifica, sull’esempio di quanto avviene in altri Paesi europei, potrebbe frenare il proliferare del fenomeno.