Lavoratori in fuga per la Germania alla ricerca di lavoro. È una fuga dalla miseria.

Nei primi sei mesi di quest’anno sono arrivati in Germania mezzo milione di persone. Provengono in particolare da Grecia, Spagna, Italia e Portogallo, cercano riparo in quello che considerano l’ultimo porto sicuro nella crisi. Lo sbilanciamento economico all’interno della Eurozona ha un riflesso evidente nelle dinamiche migratorie, secondo quanto pubblicato questa mattina dall’Ufficio Federale di Statistica Tedesco (Destatis).cervelli in fuga

Il fenomeno, osservabile ad occhio nudo nella capitale tedesca, si può riscontrare nei dati raccolti dall’ente pubblico. Il numero degli immigrati che arrivano in Germania è cresciuto nuovamente nei primi sei mesi dell’anno, dopo aver registrato già nel 2011 il livello più alto dalla metà degli anni Novanta. Esattamente 501 mila persone, sarebbe a dire 66 mila o il 15% in più dello stesso periodo del 2011, sono arrivate nella prima economia europea.

Secondo i dati pubblicati questa mattina, del totale, 447 mila persone sono straniere e all’incirca 54 mila avevano già la cittadinanza tedesca. Se la vicina Polonia si conferma come il luogo di provenienza del maggior numero di immigrati, con 89 mila persone dall’inizio dell’anno, un’ impennata arriva però dai paesi dell’Europa più colpiti dalla crisi. Dalla Grecia si sono trasferite 15.700 persone in sei mesi, che equivale al 78% in più rispetto all’anno scorso. Dalla Spagna sono arrivati in 11 mila, che significa 3.900 persone in più del 2011 con un aumento del 53 per cento. Dall’Italia il flusso rimane abbondante con 10.863 nuovi arrivi, alcune centinaia in più dell’anno scorso. E anche gli spostamenti dal Portogallo sono degni di nota con all’incirca duemila persone.

Fuori dalla zona Euro ma sempre in Europa, gli esperti tedeschi segnalano anche un aumento di provenienze dall’Ungheria, le cui ragioni sono allo stesso modo da ricercare nella difficile situazione economica del Paese dell’Est europa. Sono il 46% in più gli ungheresi arrivati in Germania rispetto al 2011. In modo meno vistoso cresce però anche l’immigrazione da altre aree del pianeta: il 10% in più dall’Africa, il 5% in più dagli Stati Uniti, e il 2% in più dall’Asia in generale.

Già all’inizio di questo mese la Berliner Zeitung aveva descritto la «ressa di italiani e spagnoli per iscriversi ai corsi di tedesco». In particolare, secondo il quotidiano locale, nel quartiere multietnico di Neukölln la Volkshochschule (Vhs), scuola pubblica che offre corsi di lingua e integrazione, è letteralmente presa d’assalto da giovani provenienti dai paesi dell’Europa del Sud. Secondo il vice direttore della Vhs, Jochen Mainka, si tratta di persone per lo più laureate, che già parlano due lingue, ma che vogliono imparare il tedesco perché aspirano ad un posto di lavoro in Germania.

Ad attirare “lavoratori qualificati” dai Paesi europei era stata l’anno scorso proprio la cancelliera Angela Merkel insieme alla ministra di Educazione e braccio destro Annette Schavan, con un appello esplicito ai giovani qualificati dei Paesi con problemi di disoccupazione. L’invecchiamento della popolazione e l’Economia comunque robusta fanno sì che la Germania abbia bisogno urgente di lavoratori stranieri tra gli altri nel settore medico-sanitario, dell’industria meccanica e dell’informatica. In particolare l’Economista Klaus Zimmermann aveva calcolato che dal 2015 l’economia tedesca perderà 250 mila lavoratori all’anno, e la mancanza di mano d’opera specializzata potrebbe avere effetti devastanti sull’economia. Per arginare il problema, secondo questo esperto, sarebbero necessari 500 mila immigrati all’anno.

In questo contesto, la vicenda della cittadina di Schwäbisch Hall (37 mila abitanti, disoccupazione al 3,4%), nel ricco Land meridionale del Baden-Württemberg, ebbe enormi ripercussioni mediatiche. Si tratta di una località che aveva bisogno con certa urgenza di coprire 2.500 posti di lavoro. La pubblicazione di un articolo a riguardo sul quotidiano portoghese Diário Económico con il titolo “Viaggio nella città tedesca che vuole mettere i portoghesi al lavoro”, che parlava di opportunità con contratti da 2.700 euro al mese, causò in due giorni una valanga di 10 mila richieste di lavoro dal Portogallo all’ufficio di collocamento locale.

Rimane da vedere però fino a quando la Germania rimarrà un porto sicuro. L’economia continua a perdere velocità. La crescita nel terzo trimestre è stata dello 0,2%, sarebbe a dire 0,1% meno che nel trimestre anteriore e 0,3% meno che dall’inizio dell’anno. A fine anno ci si aspetta una debole crescita dello 0,1%, e alcuni dei maggiori indicatori economici non sono positivi. Ciononostante, e pur con tutte la considerazioni del caso sul tipo di contratti e la precarietà, l’occupazione continua a essere a livelli record. Sempre secondo i dati di oggi, sono stati raggiunti nel terzo trimestre i 41,7 milioni di occupati, il dato più alto dalla riunificazione nel 1990.

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