LAVORO: il Governo e la Confindustria all’assalto contro i contratti a tempo indeterminato

Il mandato a Renzi è il più forte dalla fine della Dc, quindi ora il Governo deve passare alle “riforme” senza perdere tempo. Le riforme sono: un nuovo contratto a tempo indeterminato favorevole alle imprese, tradotto in altri termini piena flessibilità in uscita ossia libertà di licenziamento.il Governo e la Confindustria

Confindustria chiede un pacchetto di finanziamenti destinati alla formazione 100 milioni di euro solo tra il 2014 e il 2015 senza entrare nel merito di come questo flusso di denaro sarà utilizzato, con quale finalità e soprattutto se avremo dei contratti di inserimento senza alcuna tutela per la forza lavoro.

Confindustria ha investito poco o niente nella formazione, ora si vanno smantellando con le Province anche quei centri per l’impiego che pur con molti limiti hanno esercitato una funzione importante nell’orientamento, nella realizzazione di progetti formativi e di orientamento.

La Confindustria si prepara a sostituire il pubblico o vuole solo una legislazione senza garanzie per i lavoratori?

Squinzi invoca meno burocrazia e un fisco leggero per affrontare le sfide del mercato globale, ma non è certo colpa dei lavoratori se il capitalismo italiano in 20 anni ha investito poco o niente nella ricerca di nuovi prodotti ad alto tasso innnovativo e tecnologico, se il capitalismo nostrano ha badato quasi solo alla contrazione del costo del lavoro delocalizzando intere produzioni ove i governi garantivano finanziamenti, orari di lavoro illimitati, paghe da fame e un uno sfruttamento intensivo delle risorse locali invocando poi finanziamenti europei (nel caso dell’est europeo) per ammodernare le infrastrutture.

Ultimo appunto di Confindustria è sulla corruzione: dimenticando che molti dei corruttori sedevano nei cda di aziende e cooperative, si chiede di utilizzare la mano forte contro il sistema delle tangenti, più o meno come si è fatto 25 anni fa quando con Mani pulite diversi politici e imprenditori sono finiti sotto inchiesta e allo stesso tempo partivano le privatizzazioni, le liberalizzazioni, il saccheggio dei beni con le faraoniche e inutili grandi opere.

Da lì il divario del paese Italia con il resto d’Europa è diventato sempre più grande. Altro che moralizzazione, con la scusa della moralità sta  per partire l’ennesimo saccheggio ai danni dei lavoratori e del pubblico.

Cambiate le facce la sostanza non cambia e a rimetterci saranno sempre e solo i lavoratori.

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