Il Governo ha deciso una proroga di sei mesi ai termini previsti dalla spending review che prevedevano lo scioglimento, entro il 30 Giugno 2013,delle società in house o la loro esternalizzazione.
Il decreto sulla spending prevedeva poi la riassegnazione dei servizi per 5 anni a partire dal 1 gennaio 2014.Il decreto del Fareapprovato pochi giorni fa non cambia gli indirizzi del Governo Monti, prende solo tempo perchè la liquidazione delle società in house riguarda servizi di primaria rilevanza con decine di migliaia di lavoratori\trici (circa 240 mila distribuiti su oltre 3400 società).I prossimi mesi saranno dedicati al monitoraggio su quali società chiudere e\o accorpare, sui servizi da affidare a gara.
Ma le ragioni di questo rinvio sembrano essere ben altre che la preoccupazione per lavoratori\trici e servizi visto che il decreto sulla spending prevedeva la riduzione dei consigli di amministrazione dentro cui troviamo politici trombati (e non ), riciclati nel ruolo di managers e amministratori. La difesa delle poltrone pesa più della difesa dei posti di lavoro? Parrebbe proprio di sì!
Negli ultimi mesi, le indagini della Corte dei Conti hanno investito molti enti locali e società strumentali, sono decine i comuni e le aziende sanitarie che non hanno erogato la produttività, alle prese con dissesti finanziari che hanno ripercussioni negative sulle società controllate e sui servizi erogati.
I continui tagli imposti dai patti di stabilità e dalla spending review sono ormai insostenibili, la crisi che investe direttamente le società controllate , molte delle quali non pagano lavoratori\trici da mesi.
In questi mesi ,il ruolo di Cgil Cisl Uil è stato del tutto subalterno al Governo Monti prima e a quello Letta oggi, se la sono cavata con la proroga dei contratti a tempo determinato al posto delle stabilizzazioni dei precari, hanno guadagnato tempo evitando di affrontare il vero nodo, ossia la reinternalizzazione dei servizi e la difesa dei beni comuni
Il Governo sta preparando un decreto legge e l’obiettivo è quello di alimentare un nuovo business con la creazione di grandi società in house candidate a gestire in profit i servizi. In questi scenari la certezza dell’occupazione, la stabilizzazione dei precari, la gestione diretta dei servizi non troveranno posto