Oltre un milione e settecentomila posti di lavoro in meno in 3 anni

Oltre un milione e settecentomila posti di lavoro in meno in 3 anni attraverso licenziamenti,una disoccupazione giovanile vicina al 40% e la miseria per chi perde il lavoro a 50 anni, centinaia di migliaia senza lavoro e pensione ( esodati ). Centinaia di milioni di ore di cassa integrazione all’anno con perdite salariali consistenti.LICENZIAMENTI

Negli anni passati straordinari aumenti di produttività sono andati ai profitti ed alle rendite e la quota dei salari sul Pil è scesa drasticamente. Per mantenere elevata la domanda, e quindi la crescita economica, si è ricorsi ad un iperbolico processo di indebitamento-di famiglie, imprese e Stati-che ha portato l’economia capitalistica al collasso, con una forte caduta dell’occupazione, dei livelli di produzione e dei consumi.

Inoltre il progresso tecnologico aveva già permesso ai padroni  di produrre quantità sempre maggiori di merci con meno operai comportando una disoccupazione crescente, cosa che avrebbe richiesto provvedimenti per farvi fronte; invece l’orario di lavoro, in quasi mezzo secolo, è rimasto pressoché invariato, malgrado gli enormi aumenti di produttività.

l padronato insiste per la defiscalizzazione degli straordinari e dei salari; i precari, i disoccupati, i lavoratori sottopagati, in cassa integrazione o esodati sono costretti a vivere sotto la soglia della povertà, l’età per andare in pensione è stata spinta verso l’alto, con una disoccupazione giovanile che cresce a dismisura e ha prodotto 2,2 milioni di giovani che non studiano né lavorano.

Le più grandi opere pubbliche a di cui ha veramente bisogno l’Italia:

A) Come è riemerso drammaticamente dopo il recente terremoto in Emilia, la messa in sicurezza dell’Italia rimane una delle emergenze prioritarie del Paese.

Non è più possibile violentare la natura, sperperare soldi, perdere altre vite umane, far vivere milioni di persone in condizioni di insicurezza.

La cura dell’Italia, la sua messa in sicurezza, sia considerata una grande opera pubblica a garanzia del futuro del Paese.

Un grande progetto di sviluppo e di crescita, una formidabile opportunità in termini di occupazione, di ricerca, di coinvolgimento soprattutto delle piccole e medie imprese attive su tutto il territorio nazionale.

E’ sicuramente questo una dei più importanti e prioritari investimento pubblico nel nostro Paese, perché con la messa in sicurezza del territorio, sia quello naturale che quello urbanizzato e produttivo, si darebbe anche la migliore risposta alla necessità di un rilancio economico e occupazionale dell’Italia.

Solo così si avrebbe sicuramente un intervento diffuso sul territorio, ad alta intensità occupazionale, oltre che ad elevata qualificazione professionale.

B) In Italia non c’è solo L’Eternit di Casale Monferrato,  l’amianto miete attualmente  3 mila vittime all’anno, ma questo numero aumenterà in modo esponenziale con un picco di vittime tra il 2015 e il 2018.

Nel 2030 le vittime saranno 30.000.

Oltre  ai circa 30.000 siti censiti esistono discariche abusive ancora da individuare. La bonifica del territorio dall’amianto non rappresenta solo una esigenza per impedire che continui una strage silenziosa ma essa rappresenta una formidabile occasione per creare in tempi brevi posti di lavoro. Nel nostro paese sono disponibile competenze e tecnologie per una elevata qualificazione professionale ad alta   intensità occupazionale. Governo e enti pubblici devono considerare la bonifica dall’amianto unitamente alla messa in sicurezza del territorio  come le grandi opere del Paese.

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