Siamo al signora mia così va il mondo. Un inutile elenco della spesa. Un compitino zeppo di cose risapute sia in campo istituzionale sia in campo economico. La riscoperta dell’acqua calda. No, peggio. Siamo alla minestra riscaldata del giorno prima. Una riunione di condominio avrebbe potuto mettere giù in due o tre ore un indirizzo più preciso. Sappiamo quello che sapevamo: che la legge elettorale è da cambiare, che l’Imu sulla prima casa proprio no, che bisogna fare il patto con la Svizzera, che, attenzione, la prima emergenza del Paese è il lavoro. Che basta con il bicameralismo perfetto. Poi, sarà stata l’aria esageratamente accademica, qualche eccesso di naftalina nelle polverose stanze, che dal parto saggio esce un tema dato per scaduto ormai da quasi tutti i partiti: il finanziamento pubblico ai partiti. Tanto scaduto che un gruppo di senatori pd ha subito espresso robuste contrarietà.
Per il resto c’è tutto, proprio tutto quello che ha fatto parte del dibattito politico del prima durante e dopo campagna elettorale. A tal punto che non si può non essere irritati. Sappiamo dai saggi che le carceri sono sovraffollate; che la legge Fornero sul lavoro va cambiata; che abbiamo bisogno di una legge sul conflitto di interessi; che bisogna ridurre deputati e senatori; che bisogna depenalizzare sui reati minori; che le tasse sono troppo alte; che bisogna rifinanziare la cig in deroga.
Un Bignami inutilmente perfetto. Traduzione? Napolitano era proprio stanco di ascoltare chiacchiere inutili che al termine del suo mandato ai partiti gliele ha ributtate tutte contro. Tutto questo avete detto e ho sentito, adesso fate voi se persone di estrazione differente ad analogo esito sono arrivate. Non decanta un bel niente con il rapporto dei saggi perché c’è un abbecedario per due o tre governi quando a mala pena oggi se ne può mettere insieme uno per fare una legge elettorale ed esprimere buon senso, ma solo iniziale, con imprese e lavoratori.
La summa dei saggi è la certificazione della debolezza della politica. Il quadro in effetti non è cambiato. Con il Pd che zigzaga, che si contorce, che ogni tanto sussulta e poi assopisce. E il Pdl eternamente legato agli umori del padre-padrone oggi, ma solo oggi, fermo sul mantra anche un Pd al Quirinale purché non sia contro di me.
Cosa abbia guadagnato il Paese da questi dieci giorni è difficile saperlo. I saggi come la gente comune: è ora di fare qualcosa.