Ristorazione ospedale e caserme militari, 30 posti di lavoro a rischio.

Nel  2012 l’attività delle aziende ALL-FOODS e Coperativa CENTRO, titolari dell’appalto per la somministrazione dei pasti all’Ospedale di Cassino e alla Caserma militare 80 ° RAV, si è ridotto del 30% e nei primi 4 mesi del 2013 la tendenza non è cambiata.mense militari

Sono circa 30 i Lavoratori e le Lavoratrici, su 70 in forza,  impiegati presso l’Ospedale, la Caserma militare e il centro cottura in Sant’Angelo in Theodice che rischiano di perdere il posto di lavoro.

Le società Titolari dell’appalto hanno richiesto un incontro urgente congiunto alla Regione Lazio, dove sarà presente anche A.S.La COBAS Cassino, per chiedere la Cassa integrazione in deroga per 30 Lavoratori e Lavoratrici.

Il fatto è che ormai la crisi colpisce anche i servizi necessari alla collettività  e a questo va aggiunto il notevole ritardo dei pagamenti da parte dell’ASL  che aggrava ulteriormente la situazione già precaria.

La  cassa integrazione è già partita dal 1 maggio presso la caserma militare dove viene gestita con una rotazione tra i dipendenti  a seconda della presenza dei militari che è diminuita notevolmente rispetto agli anni precedenti a causa dei tagli governativi per i corsi delle forze armate.

Tra questi 30 lavoratori,  una decina sono cuochi che preparano i pasti della mensa, i restanti sono addetti alla somministrazione e  al trasporto e 2 impiegate presso l’ospedale.

Tutto questo comporterà meno servizi per i pazienti degli ospedali e buste paga più leggere per i dipendenti .

Questi gli effetti della spending review, che ha ridotto le disponibilità di spesa delle pubbliche amministrazioni, costringendo le aziende sanitarie ma anche gli enti locali a comprimere i budget disponibili per il «clearing» e la refezione in ospedali, asili, case di riposo per anziani e scuole. A riguardare il maggior numero di utenti e dipendenti sono le rinegoziazioni degli appalti operate in sanità. Da inizio anno sono state siglate casse integrazioni e si stanno trattando riduzioni di orario per centinaia di addetti di quasi tutti gli ospedali.

Il taglio comporta una contrazione della retribuzione percepita, in alcuni casi si riesce a mitigare l´effetto negativo agendo sulle cosiddette ore supplementari, cioè sullo straordinario del part-time o attivando gli ammortizzatori sociali in deroga, concessi solo per difficoltà contingenti, che presuppongono una ripresa.

In molti casi però la spending review ha un effetto strutturale, quindi non è possibile attivare la Cig.

Stiamo parlando di contratti che prevedono prevalentemente un monte orario tra le 15 e le 22 ore settimanali, con buste mensili nette che partono da 300 euro, per turni dalle 6 alle 9 di mattina.

 

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